Il giardinetto dietro la Chiesa di Santa Maria Maggiore è circondato da alberi tutti diversi tra loro. Per questo, seduto sulla panca di legno, e guardando rami e fronde da sotto, ho cercato, sperando che ci fosse, un albicocco. Con la suggestione che la memoria ricrea, dopo 28 anni, di quel biglietto lasciato agli amici: “Non siate tristi. Continuate in ciò che era giusto”. Perché qui, nella città di San Francesco, in questo sabato di primavera, anche eccessiva per temperatura media, ho sentito fortissima la presenza di Alexander Langer.
Sabato 25 marzo, quello strano e profetico uomo politico
della fine del Secolo scorso, forse si sarebbe sentito meno oppresso da quei
pesi “diventati davvero insostenibili”, nel vedere il primo incontro del tutto
informale, e per questo fondamentale, tra alcuni animatori del Movimento
Laudato Si e attivisti di Ultima Generazione; promosso da alcuni Circoli Laudato Si
umbri, assieme a un giovane attivista della zona, Tommaso.
Langer, che per primo, a metà degli anni Ottanta, in un
suo scritto propose il concetto di “conversione ecologica”. Che poi, nel 2015,
è divenuto l’architrave teologico, pastorale, e spirituale dell’Enciclica di
papa Francesco Laudato Si.
In questo nostro tempo, la “conversione
ecologica” è proprio un
altro sguardo e progetto, rispetto alla burocratica e monetaristica
“transizione ecologica”. Perché quell’Enciclica, che alcuni attivisti di Ultima
Generazione mi hanno raccontato leggere nel tempo delle lunghe ore di fermo
nelle Questure italiane, in attesa di essere rilasciati con denunce e fogli di
via, non è un libro, né un manuale, tantomeno un saggio. Ma per un cattolico è
un documento di spiritualità e catechesi.
Nella quiete di questo cortile di un’Assisi già
piena di turisti, pellegrini, gite scolastiche, intorno a qualche panchina di
legno, posta a circolo, si sono dati appuntamento i temibili “vandali”,
“barbari”, “ecoterroristi” (fermandoci alle aggettivazioni più “gentili”) del movimento
per la giustizia climatica Ultima Generazione, e i miti animatori cattolici del
movimento internazionale, anche questo per la giustizia climatica, nato sullo
stimolo dell’Enciclica: laici, preti, parroci, suore e frati; giovani, meno
giovani, anziani.
Una chiacchierata di conoscenza reciproca e condivisione
di tematiche, che inizia non con l’imbrattamento di qualche monumento ma con
una preghiera introdotta da fratel Carlos, francescano di origini amazzoniche,
che tra qualche settimana, tornerà nella regione di nascita, per dirigere una
parrocchia-missione di circa 43 mila abitanti.
Seduti in tondo, a giro, ci si presenta, e ancor prima
che strategie, vengono fuori le vite. Di persone dalla quotidianità normale, e
con stili di vita fortemente regolati da un condiviso valore di etica pubblica.
Pervasi da una forte carica spirituale, e da una forte spinta ideale e
valoriale.
Due mondi apparentemente lontanissimi, ma che proprio in
questa stagione, si trovano a promuovere le stesse richieste ai decisori
politici dei governi, nazionali e internazionali.
Ognuno con un suo stile e metodo, ma uniti da una sola
missione: quella di salvare “la Casa Comune in fiamme” (come la chiama il
Movimento di papa Francesco) o di salvare il genere umano, e con esso il
pianeta, da una estinzione dolorosa e quanto mai prossima, considerati anche i dati scientifici usciti
il 20 marzo dal rapporto IPCC dell’ONU (Urgent climate action can secure a liveable future for all),
che prefigurano
un’accelerazione della catastrofe climatica in corso, complici
anche i rimandi scellerati e le omissioni irresponsabili della politica dalla
necessità di scelte radicali, non più rinviabili.
“Non paghiamo il
fossile” è la campagna promossa da
Ultima Generazione, Scientist Rebellion e Veglie contro le
morti in mare, per lo stop ai sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili
(SAD). Denaro pubblico, che solo per l’Italia nel 2021, ha significato 41,8
miliardi di euro. A cui sono legate le azioni di disobbedienza civile, come la
recente, e mediaticamente eclatante, di Palazzo della Signoria a Firenze.
Ingigantita dal protagonismo, all’istante fortuito, e dopo qualche minuto
politicamente ragionato, del sindaco Dario Nardella. Come durante
l’incontro ha commentato un esponente del Movimento Laudato Si, “senza che il
Sindaco improntasse tutta la sceneggiata sul consumo d’acqua per ripulire palazzo,
sarebbe bastato aspettare che piovesse, trattandosi di pittura lavabile”. Già,
va ricordato che nel Maggio del 2017, quando Nardella decise di usare gli
idranti contro i bivacchi dei turisti in centro, non stette a calcolare i litri
d’acqua consumati. “Certo – ha sottolineato uno dei presenti – tutto un altro
stile rispetto a quello che era il profilo istituzionale e personale del
sindaco “santo” Giorgio La Pira”.
Ma anche il Movimento Laudato si’, per
il cammino spirituale e comportamentale della Quaresima, spiazzando per primi
molti cattolici poco sensibili ai temi ecologici e non ancora in cammino verso
la conversione ecologica, ha lanciato la campagna del “Digiuno dal gas“, invitando a scelte personali e familiari sobrie.
Scegliendo il tempo quaresimale, caratterizzato dal colore liturgico viola,
come punto di partenza per disinvestire dai fossili. Proponendolo per primo
alle diocesi e parrocchie italiane, e invitando tutti gli aderenti al
Movimento, tramite email e lettere, a chiederlo ai parlamentari e al governo.
È stata la Direttrice dei Programmi europei del Movimento
Laudato Si’ e Responsabile dei programmi in Italia Cecilia Dall’Oglio, con una
importante intervista
sull’Osservatore Romano del 23 febbraio, a lanciare un appello al mondo cattolico e alla politica
a “disinvestire dalle fonti fossili, quale testimonianza di prossimità verso i
nostri fratelli e sorelle che resistono nei rifugi, sotto i bombardamenti, al
fronte, senza elettricità al freddo in Ucraina” e a fare il digiuno dal gas: abbassando la temperatura dei
riscaldamenti in casa, usando con parsimonia l’acqua calda o valutando impianti
di riciclo dell’acqua stessa, consumando cibi freddi o cucinati senza l’ausilio
del gas; verificando l’efficienza di finestre e infissi e magari decidere di sostituirli
o di inserire materiali di isolamento termico che. “Ma è un gesto – spiega il
Movimento in un documento – che vuole anche essere denuncia di come l’industria
dei combustibili fossili, il suo potere economico sproporzionato, l’influenza
politica e la natura distruttiva delle sue attività, hanno portato ad una
connessione frequente tra l’estrazione di combustibili fossili, la sofferenza
umana, la distruzione del Creato ed il conflitto. Con questo gesto simbolico
vogliamo fare la nostra parte con stili di vita sostenibili per una transizione
energetica più equa. Abbiamo compreso quanto siano importanti l’essere liberi
da un’economia che uccide e saccheggia, e il costruire un’economia di pace
attraverso la transizione ecologica ed energetica”. “Perché la politica –
interviene fratel Carlos – oramai ha interesse esclusivo per la finanza”.
Anche la disobbedienza civile
nonviolenta, è l’altro valore che fa rappresenta terreno di incontro tra i due
movimenti. Quella
disobbedienza stile di vita, appartenuta a tante figure profetiche della Chiesa
cattolica; don Lorenzo Milani fu processato per apologia di reato a seguito
della sua “lettera ai cappellani militari della Toscana”. Lo stesso Gesù
Cristo, senza fare sacrileghe interpretazioni dottrinali, è stato in fondo tra
i più grandi disobbedienti della Storia…
Si, questo cortile del centro di Assisi, con queste donne
e uomini, giovani e più maturi, laici e consacrati, evoca molto quel cortile
della Canonica di Barbiana, sperduta tra i monti del Mugello, dove Don Milani
faceva scuola ai figli dei montanari, che la società e la scuola del tempo
marginalizzavano ed escludevano. Fanciulli e adolescenti, che siccome avevano
capito che conoscere più parole possibili era opportunità di riscatto ed
emancipazione, ancora a venire il tempo del genitore che porta fin dentro
l’aula il figlio con il Suv, facevano chilometri a piedi sotto la neve, pur di
andare ad ascoltare e imparare dal maestro don Lorenzo; consapevoli per
esperienza quotidiana, senza l’orientamento di alcun influencer,
che “la scuola è sempre meglio della merda”.
Qui ad Assisi, se mai finora qualcuno possa aver pensato
e indotto a pensare, che tra queste due esperienze non ci sia nulla in comune e
da condividere, è caduto ogni alibi, pregiudizio, sospetto.
Questo sabato della quinta settimana di Quaresima, Alex
Langer, sarebbe molto sollevato nel vedere come, malgrado tutto, queste persone non ci riescono proprio ad
essere tristi, ma al
contrario alla fine dell’incontro si congedano con abbracci e sorrisi.
* pubblicato su comune-info.net il 29 marzo 2023
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