L’alluvione che il 15 settembre del 2022 ha interessato le province di Pesaro Urbino e Ancona, nel territorio montano dei fiumi Sentino, Misa e Nevola, ha prodotto danni gravissimi, e appena un po’ più a valle, oltre ai danni, 14 morti. Dopo quindici mesi in quei territori ben poco è stato fatto per il ristoro dei danni alle famiglie, alle imprese e per il ripristino delle infrastrutture; gli alvei dei fiumi in alcune zone sono ancora carichi del materiale trascinato dall’acqua. Diverse strade provinciali e comunali, o tratti di esse, non sono tutt’oggi percorribili. Nel territorio dei Comuni di Sassoferrato, Serra Sant’Abbondio e Pergola, la furia dell’acqua e del fango ha prodotto gravi conseguenze alla rete stradale. Ma già sul finire dell’inverno 2023, la sola opera infrastrutturale su cui si è immediatamente intervenuti, con anche un forte impegno economico, è stato il tratto di oltre un chilometro, il n. 23, della ex ferrovia Fabriano-Pergola, all’altezza della stazione di Monterosso; dove le conseguenze della catastrofe climatica, hanno spazzato via il binario. Ma in pochi mesi è stato rifatto tutto da capo: ricostruita la massicciata, rimesse le rotaie, sistemati i passaggi a livello, e messo in sicurezza il letto del torrente Sanguerone, che aveva provocato la devastazione. Un intervento a carico di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), l’azienda pubblica in forma di società per azioni, il cui contratto di servizio prevede anche che entro la fine di questo anno venga completata l’automazione dei passaggi a livello, 18 in tutto.
La linea di 31 chilometri a binario unico non elettrificato
Fabriano-Pergola, segmento di quella che doveva essere fin dall’Italia del
Regno la ferrovia Subappenninica, un progetto molto ambizioso che doveva
collegare Fano a Civitanova Marche, non solo non venne mai completato, ma la
tratta fu definitivamente dismessa nel 2014. Utilizzata negli ultimi periodi da
meno di venti passeggeri al giorno, il traffico fu sospeso già dal 13 novembre
2013, a causa di un piccolo dilavamento della massicciata al km 22,
provocato dall’esondazione di un ruscello. Ad aprile 2015 vennero rimosse
le barriere dei passaggi a livello, rendendo di fatto impossibile il transito
di alcun convoglio ferroviario. Per RFI, tuttavia, la linea rimase formalmente
attiva, seppur senza traffico. Ad aprile dell’anno successivo venne asfaltato
il passaggio a livello che accede alla zona industriale di
Melano-Marischio (Fabriano) poco prima di arrivare alla stazione omonima,
rendendo di fatto impossibile la circolazione dei treni.
Un errore fu non tanto la chiusura del 2014, non più chiaramente sostenibile a
livello commerciale, ma la scelta molti anni prima, delle classi dirigenti
regionali di non investire più sul trasporto pubblico locale su rotaia,
per rincorrere il “nuovo mito di progresso” dell’asfalto, con progetti come
la Quadrilatero s.p.a. pedemontane, terze corsie autostradali, complanari,
intervallive, che avrebbero devastato il paesaggio agricolo e naturale
marchigiano, specie nell’entroterra.
Sarà per questa spoliazione di un servizio pubblico importante come il treno, che Francesco Baldelli (fratello del deputato di FdI Antonio Baldelli), attuale assessore alle infrastrutture della Regione Marche, e sindaco di Pergola tra il 2009 e il 2019, paese capolinea della tratta ferroviaria, ha fatto del ripristino della linea la sua missione istituzionale. Eletto nel 2020 in Regione con Fratelli d’Italia, che dopo decenni ha scalzato il centrosinistra, appena un anno dopo, nel settembre del 2021, dopo 8 anni ha fatto ripartire il primo treno sulla Fabriano-Pergola.
Solo che non si tratta un treno commerciale passeggeri, a servizio della
mobilità sostenibile del territorio, ma un treno turistico a trazione diesel
con locomotiva, quattro carrozze d’epoca e una per le biciclette, che
periodicamente effettua gite domenicali. Partendo dalla stazione di Ancona, si
dirige con al massimo 271 passeggeri a viaggio, alla stazione di Fabriano, per
poi percorrere i 31 km fino a Pergola. I turisti potranno scendere nelle
diverse fermate previste per visitare paesi e siti storici (Fabriano,
Sassoferrato, Bellisio Solfare con la Miniera di Cabernardi e Pergola con i
Bronzi Dorati), per tornarsene poi a casa verso Ancona la sera.
Per riattivare la linea, il costo se l’è accollato la Fondazione Fs, nata
nel 2013 dai soci fondatori Ferrovie dello Stato, Trenitalia e Rete Ferroviaria
Italiana, e presieduta da Mons. Liberio Andreatta (già AD dell’Opera Romana
Pellegrinaggi). Con un investimento che ad oggi si è aggira già intorno ai 16
milioni di euro.
Nel 2021 il treno ha effettuato tre viaggi tra settembre e ottobre, e si
era riproposto di farne altri venti nel 2022, se non fosse che l’alluvione del
15 settembre ha fatto saltare le corse autunnali e invernali.
Domenica 26 settembre 2021 a Fabriano, “alla stazione c’erano tutti, dal
commissario al sagrestano, con gli occhi rossi e il cappello in mano”, per salutare la
prima corsa del treno storico della ferrovia Subappennica Italia. Uno
schieramento politico bipartisan, dalla destra che era arrivata da un anno al
governo della regione, al sindaco di Fabriano dei Cinque Stelle, e a tutti i
vari e numerosi amministratori comunali del PD, radicati lungo i 31 km. I 18
passaggi a livello senza più sbarre ed incustoditi, per far passare il treno
senza provocare incidenti, erano tutti presidiati dalla polizia locale e dai
volontari della protezione civile.
Una eterogenea rappresentanza istituzionale, accomunata, senza alcun ombra di critica, dalla nuova illusione degli ultimi turismo anni: quella dell’industria del turismo. Tutti convinti che possa prendere il posto di uno dei distretti manifatturieri più ricchi d’Italia; in cui la crisi del 2008 ha lasciato capannoni vuoti e migliaia di cassaintegrati, disoccupati, inoccupati.
Questa nuova unità di intenti istituzionale avrà ricordato all’assessore
regionale alle Infrastrutture, quando era ancora adolescente, l’epico gesto che
si consumò nel suo paese, Pergola, il 17 febbraio 1989, quando il senatore
Giorgio Tornati del PCI e il deputato Giuseppe Rubinacci del MSI, parlamentari
del territorio, con cazzuola, calce e forati, murarono la stanza della scuola
elementare del paese dove erano temporaneamente esposti i Bronzi Dorati di
Cartoceto di Pergola, un magnifico reperto archeologico risalente all’epoca
romana. Un’iniziativa per impedire alla Sovrintendenza Archeologica delle
Marche di riportarli al museo nazionale di Ancona, essendo stati concessi a
Pergola solo per un’esposizione temporanea. Riuscita con successo, tanto che
ancor oggi i Bronzi Dorati, sono esposti nel piccolo museo locale; Ancona si è
dovuta accontentare di una copia che è stata posta sul tetto del Museo
Archeologico Nazionale.
Perché poi, al di là delle dialettiche e contrapposizioni politiche
nazionali, nei paesi è radicata quella cultura, per cui rispetto all’interesse
locale, anche quando questo è il meno nobile e il più particolaristico, si rema
comunque tutti dalla stessa parte.
Il ripristino ad uso turistico di una ferrovia dismessa, è una scelta
probabilmente forte dal punto di vista delle carriere politiche personali, ma
molto debole da un punto di vista razionale, per primo quello economico, perché
si ha sempre a che fare con l’utilizzo di denaro pubblico. Infatti la Regione
Marche, a seguito di procedura di evidenza pubblica, ha affidato alla
Fondazione Fs per il triennio 2022-24 il “Servizio di trasporto ferroviario, a
fini turistici, con materiale rotabile storico come definito dalla normativa
statale vigente nella tratta ferroviaria Subappennina Italica Fabriano –
Pergola”, per un importo complessivo di 1.508.573 €. Tale importo, a seguito
dell’alluvione del 2022, che ha sospeso per diversi mesi il servizio, ha
condotto ad un rimodulazione negoziata del contratto originario, per attestarsi
attualmente a 955.120 € fino a tutto il 2024.
Qualche giorno fa, è uscito trionfante nel mainstream locale,
il bilancio dei primi due anni di questa scelta. Fatto non da un soggetto
istituzionale, ma dall’agenzia Criluma Viaggi di Ancona, a cui la Regione
Marche ha affidato tramite piattaforma elettronica MEPA, la “Promozione
turistica sulla ferrovia Ancona-Fabriano-Pergola nell’ambito del progetto
Subappennina Italica”, per un importo di 17.300 € nel 2021 e di 142.740 € per
il 2022; per il 2023 sull’Albo Pretorio online non risultano al momento atti.
Un rischio d’impresa minimo quindi per questo impresa privata del turismo,
considerato anche che i turisti che salgono in carrozza pagano un biglietto,
acquistabile sul sito dell’agenzia, il cui prezzo a passeggero, ad esempio, per
il prossimo viaggio del 28 gennaio 2024, con partenza da Ancona è di 35€ (27€
da Fabriano); e se si vuole consumare il pranzo a bordo il costo del biglietto
sale di 20€.
Nei primi due anni si sono organizzate 19 corse per un
totale di 5700 utenti. Se ne vorrebbero organizzare almeno 20 nel prossimo
anno. Quindi il bilancio di questa operazione voluta dalla Regione Marche di
destra-destra, senza alcun soffio di critica o polemica dell’opposizione
politica, ma anzi con il tacito sostegno di quest’ultima, è un po’ meno
sbrigativo e semplicistico di quello proposto pubblicamente dall’agenzia di
viaggio di Ancona. E racconta un grande impiego di risorse pubbliche,
sottratte a servizi essenziali e alla tutela del territorio, per una delle
tante operazioni che stanno trasformando i territori delle aree interne in
grandi Disneyland a all’aria aperto.
Il treno turistico continuerà indubbiamente a portare passeggeri domenicali
in quel territorio, con ricadute insignificanti sull’economia locale, e facendo
litigare, come già accade, i sindaci tra loro, che si contendono i viaggiatori
per farli scendere nel proprio paese anziché in quello vicino. Ma i visitatori
attraversano, più o meno consapevoli o interessati a questo, paesi
sempre più spopolati, ogni giorno più difficili da vivere per lo smantellamento
di tutti i servizi alla persona: sanitari, scolastici, sociali, trasporto
pubblico locale, etc; con sempre meno lavoro, sia di bassa, che di alta
scolarizzazione. Un territorio con una percentuale di rischio idrogeologico
oltre l’90% secondo i dati Ispra.
Comunque, già dal prossimo anno, i passeggeri della linea turistica
Fabriano-Pergola, tra la stazione di Sassoferrato e quella di Monterosso,
guardando fuori dai finestrini delle carrozza, potranno “ammirare” il
costruendo impianto fotovoltaico di oltre 10 ettari, alle pendici del Monte
Strega; un’area protetta dal protocollo “Sic ZPS Natura 2000”, e dentro la
fascia di rispetto che la legge fissa per i Beni Storici Tutelati. Un impianto
realizzato su terreni agricoli acquisiti da privati, dalla ditta ”Solar
Challange 7” di San Benedetto del Tronto, il cui codice ATECO è “installazione
di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione”.
Un’operazione imprenditoriale partita dal 2021 e, stando alle loro
dichiarazioni, ad insaputa dell’Amministrazione Comunale di Sassoferrato. La
cui Conferenza dei Servizi però, lo scorso 14 dicembre, ha autorizzato
all’unanimità la realizzazione dell’impianto.
* pubblicato su comune-info.net il 24 dicembre 2023