venerdì 15 giugno 2018

LA STRADA DEL PAPA RE


E’ curioso che la Strada Clementina, fatta costruire nel 1733 dal Papa-Re Clemente XII, come allora moderna infrastruttura pubblica per collegare il porto di Ancona a Roma (si innestava infatti alla Flaminia a nord di Nocera Umbra), sia stata di fatto privatizzata da anni dai Sindaci dell’Italia Repubblicana. Infatti, quelli di una certa età oramai, ricorderanno che prima della realizzazione della superstrada tra Ancona e Fabriano, per raggiungere la Città della Carta si passava lungo la Gola della Rossa, attraversando le frazioni del Comune di Genga di Pontechiaradovo, Falcioni, Camponocecchio, Gattuccio e Valtreara, e lambendo, dall’altra parte dell’Esino, la due frazioni di Palombare e Mogiano. Con la realizzazione, qualche decennio fa, della Superstrada e del tracciato in galleria, quel suggestivo percorso stradale, è stato progressivamente abbandonato dal traffico ordinario, ed utilizzato solo dai mezzi pesanti delle imprese di attività estrattive, concessionarie dei bacini di escavazione del Monte Murano. Tanto che, ad un certo punto, la Clementina, riconosciuta originariamente come Statale, è stata declassata prima a provinciale, e poi a comunale. Così, negli anni, il Comune di Serra S. Quirico, che nel 2009 ha rinnovato la concessione di estrazione ai privati fino al 2048, ha pensato bene di darla in uso esclusivo alle imprese delle cave, in cambio del prendersi carico, da parte di queste ultime, degli aspetti manutentivi del tracciato viario. Il risultato è che alla fine, Comune e imprese, la manutenzione della strada e della Gola, non l’hanno mai fatta (nonostante un progetto esecutivo presentato qualche anno fa dalle imprese interessate al Comune, che lo approvò, ma poi misteriosamente scomparso); anzi, l’hanno sbarrata sia a monte, verso Fabriano, che a valle, verso Jesi. Ciò a seguito di un’Ordinanza Sindacale di chiusura totale (la n. 9 del 24.02.2010, mai modificata o revocata), che vieta l’accesso alla strada a qualsiasi essere vivente che non sia dotato di ali per il suo sorvolo… La strada però è rimasta percorribile fino al 2013, più o meno clandestinamente, quando si trovavano le sbarre aperte per via del transito dei mezzi pesanti che accedevano ai cantieri di estrazione. Chi sapeva ed era del posto, considerata l’assenza di qualsiasi controllo, ci passava. Poi, in conseguenza della piena straordinaria dell’Esino del novembre 2013, un tratto di carreggiata di circa 30 metri, è parzialmente franato. Ricordo che un pomeriggio di quell’autunno 2013, il fiume allagò la superstrada e la galleria “Colle Saluccio”, isolando il fabrianese dalla Vallesina, e per circa 24 ore il traffico da Fabriano verso Ancona fu deviato straordinariamente lungo la Clementina. Da anni quindi, paradossalmente, il divieto di accesso e transito, per quanto riguarda pedoni, ciclisti e climber, viene quotidianamente disatteso. Non si capisce quindi, ad esempio, come da qualche anno il Comune di Serra S. Quirico consenta, peraltro da Ente Patrocinante l’evento, lo svolgimento di una manifestazione internazionale di arrampicata sportiva all’interno della strada interdetta a chiunque. Inoltre, il 14 maggio 2016, lungo la strada, in prossimità del fronte di cava di Serra S. Quirico, sono franati massi molto grandi che, ad oggi, nessuno ha rimosso, né il Comune di Serra S. Quirico, né le imprese delle cave. Uno stato di progressivo e concreto abbandono, a fare da contraltare alle più volte ascoltate promesse di ripristino della strada. Nel febbraio 2016, è nato un Comitato dal nome “Riprendiamocilastrada”, che dopo un lungo silenzio, ha rimesso al centro la necessità riaprirla e renderla pubblica. Un Comitato di abitanti, cittadini, Associazioni, che annovera, tra le centinaia di firmatari, anche l’attuale Sindaco di Fabriano e Vicepresidente dell’Unione Montana, Gabriele Santarelli. La Clementina, al di là del valore storico e paesaggistico, è tornata in questi ultimi mesi ad essere strategica, più che in passato, per gli abitanti delle frazioni di Genga che si vedono costretti, per andare verso Jesi, a tornare indietro verso Valtreara ed imboccare la nuova superstrada della Quadrilatero-Anas (la galleria di oltre 3 km); cosa che, praticamente, comporta circa venti minuti in più per trovarsi lungo la Vallesina. Ma ad impiegarci questo tempo, oltre i cittadini di queste zone, per primo per recarsi quotidianamente al lavoro, potrebbero essere anche eventuali mezzi di soccorso, chiamati a raggiungere le quattro frazioni penalizzate (Falcioni, Pontechiaradovo, Palombare e Mogiano); sempre che trovino aperto il passaggio a livello di Pontechiaradovo, che nell’arco delle 24 ore, è chiuso circa per 7 ore al giorno. Due frazioni in particolare, Palombare e Mogiano, in caso di qualsivoglia emergenza, si ritroverebbero ad essere di fatto isolate e non raggiungibili, non potendo contare sull’accesso o fuga veloci in direzione Vallesina, che restituirebbe loro la Clementina riaperta. C’è da evidenziare poi che, con il nuovo assetto viario del raddoppio della SS 76, i mezzi inferiori a 150 cc (motorini, apetti, biciclette) non possono già da adesso andarci secondo quanto previsto dal Codice della Strada. E una persona che dispone solo di questi mezzi, come fa? E’ pur vero che ci sono sempre dei sentieri di montagna percorribili per andare verso Jesi… Ma anche per raggiungere Fabriano, si è costretti a passare esclusivamente per Collegiglioni. Per questo nei giorni scorsi, gli abitanti delle frazioni, esasperati, hanno scritto al Prefetto, richiamando il civico valore e diritto alla sicurezza, affinché il tratto della Clementina chiuso, venga riaperto, messo in sicurezza, e destinato al traffico locale, perché le persone che vivono da queste parti, possano avere piena agibilità di spostarsi, sia nell’ordinario, sia nell’emergenza. Farlo ora, contestualmente ai lavori della Quadrilatero in quella zona, significherebbe a detta del buon senso, anche una razionalizzazione dei costi. C’è da affrontare, è pur vero, la questione della sicurezza delle pareti rocciose, ma oggi ci sono tecniche di messa in sicurezza efficaci e durature; basti vedere il pregevole intervento, che le Ferrovie hanno fatto con le reti, sulle pareti sovrastanti il binario a Pontechiaradovo. E ci sarebbero già anche, nel cassetto del Comune di Serra S. Quirico, 250.000 euro che la Regione nel dicembre 2016 ha assegnato all’Amministrazione per la messa in sicurezza della Gola della Rossa, e che, ad oggi, non risultano dagli atti amministrativi, né da cantieri in evidenza, essere stati impegnati. Nessuno vuole che la Clementina sia di nuovo oggetto di traffico sfrenato; anzi, gli abitanti per primi, sono d’accordo che un tratto della carreggiata possa essere ciclopedonabile, e che magari nei giorni festivi si possano prevedere fasce orarie di chiusura, fatta eccezione per i mezzi di soccorso, per favorire escursionisti ed amanti della natura. E siccome siamo nel XXI secolo, ci sono accorgimenti tali che possono contemplare tali differenti esigenze. Ma i diritti, anche se di poco meno di settanta cittadini, per primi quelli alla sicurezza e alla salute, devono tornare ad essere prioritari per quanti hanno la responsabilità della vita pubblica; altrimenti tutte le riflessioni che da anni si fanno nei convegni e nei tavoli istituzionali sul valore delle comunità locali, sulle politiche per le Aree Interne, sullo spopolamento, si riveleranno quello che già, purtroppo, in molti pensano essere. Cioè delle chiacchiere.


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