Sono stato qui l’ultima volta tanti anni fa, da ragazzino. Mi ci portarono da Jesi i miei genitori. Ricordo anche che poi per diversi anni, causa crolli post sisma del 1997, l’accesso al Santuario fu interdetto per ragioni di sicurezza.
Se non fosse stato per il workshop di narrazione del paesaggio nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, organizzato dall’Associazione “Bagatto Percorsi Creativi” con la “Scuola di Letteratura e Fotografia Jack London”, probabilmente non sarei venuto di nuovo qui per molto altro tempo.
Arrivando in macchina, prima della radura, mi colpisce la cura con cui è stato
messo in sicurezza e valorizzato questo luogo: ripristinata la strada bianca, nuove
transennature ecocompatibili, cartellonistica informativa, panche e tavoli per
pic-nic. Con il sostegno dell’Unione Montana Esino-Frasassi e tanto generoso
volontariato locale.
Sceso dalla macchina, faccio l’ultimo tratto a piedi dove si apre la radura.
C’è già gente che è arrivata per la Messa, che si tiene all’aperto, sotto
l’ingresso del Santuario, sfruttando un affioramento di roccia, apparecchiato
ad altare. Il sacerdote sta preparandosi per la celebrazione assieme a dei
laici; poi indossa i paramenti sacri, ed inizia la Messa, in un italiano ancora
un po’ incerto. Ci sono tutte persone del posto, alcune già conosciute,
abitanti delle piccole comunità che insistono su questo versante della montagna
fabrianese.
A Messa da poco iniziata arrivano anche lo
scrittore Angelo Ferracuti, fondatore della Scuola Jack London, il giovane
fotografo Leonbattista Scacchettti (autore delle foto) e Laura Trappetti
dell’Associazione Bagatto di Fabriano.
Il sacerdote, che è anche parroco delle frazioni di Precicchie e Poggio S.
Romualdo, è un giovane missionario centroamericano, di El Salvador.
Mentre la Messa prosegue, osservando la scena nel suo insieme, naturalistico ed
antropico, mi viene in mente uno dei tanti quadri scenografici del film Mission,
il capolavoro di Roland Joffé del 1986, con Robert De Niro e Jeremy Irons.
“Stiamo in Mission all’incontrario”, penso tra me e me.
La Messa nel bosco appenninico, anziché nelle foresta pluviale vicino le
Cascate dell’Iguazù; il prete evangelizzatore, anziché bianco e occidentale, è indigeno
e centroamericano; i fedeli, abitanti dei villaggi locali, anziché indios della
tribù Guaranì, sono bianchi ed occidentali; precisamente fabrianesi.
Una suggestione cinematografica, che oltre ad emozionarmi, la dice lunga sul
processo di secolarizzazione oramai molto allo stadio avanzato, e sulle
difficoltà della Chiesa Italiana di poter coprire i tanti territori delle
Parrocchie, diffuse e radicate in tutto il Paese.
Alla fine della Messa, grazie alla signora Franca, che all’anagrafe di chiama Francesca
Perini, appassionata volontaria locale della “Fraternità Missionaria di Cristo
Crocefisso” di El Salvador, faccio conoscenza con il giovane parroco
salvadoregno di queste frazioni, Padre Jorge detto Don Giorgio, e con il
diacono dell’Honduras, Fredie, che lo affianca nel servizio pastorale nelle
Parrocchie di questa parte della Diocesi fabrianese.
È l’occasione per conoscere con precisione questo prezioso progetto pastorale,
avviato anni fa dal Vescovo di Fabriano Mons. Giancarlo Vecerriga, e proseguito
dai sui successori, Mons. Giovanni Russo e l’attuale Mons. Francesco Massara,
che lo sostiene con convinzione.
Un’esperienza che consente a questo territorio montano, nella crisi strutturale
delle vocazioni sacerdotali, di avere delle parrocchie vive, le Chiese aperte,
le comunità locali impegnate e motivate, oltre che spiritualmente, anche
socialmente.
Franca ed altri volontari, sono impegnati da anni nel sostegno della missione
in El Salvador, fondata dalla figura carismatica di Padre Abel Fernàndez, scomparso
qualche anno fa, che in quella regione del Sud del mondo, rappresenta il solo
presidio per le comunità native, di assistenza, educazione e legalità.
I volontari fabrianesi, raccolgono fondi,
tramite anche iniziative di socialità, per il sostegno delle attività
scolastiche in loco, e promuovono progetti di adozione a distanza di minori
salvadoregni.
La Missione, ciclicamente, invia giovani ordinati a fare “pratica” pastorale e
parrocchiale dalla periferia del Mondo, alla periferia montana di Fabriano.
Rimangono un po’ di anni qui, e poi tornano alla loro terra di provenienza, per
un servizio pastorale stabile.
Ricordo infatti di aver già conosciuto
anni fa, i parroci latinoamericani di queste frazioni, che ora sono ripartiti;
ma non immaginavo che la presenza di questi sacerdoti stranieri, facesse parte
di un progetto strutturato così bello.
Lì, al Santuario della Madonna della Grotta, nella frazione Grotte di Fabriano,
incastonato nel calcare massiccio, ricavato in seguito di quella che viene
raccontata fu un’apparizione della Madonna ad un bambino del posto, Padre Jorge
in questa stagione, la domenica celebra Messa alle 9, alle 11 e alle 18.
Fatevi una passeggiata in mezzo al bosco, lasciando la macchina all’incrocio
tra San Giovanni e la strada per Precicchie, oppure salendo su per il sentiero
escursionistico da Grotte, e partecipate alla Messa.
Anche se non siete credenti, o siete perplessi o dubbiosi, vi troverete
coinvolti in un’esperienza molto potente. In questa radura Guaranì del
fabrianese, si ha lo stimolo, come scrive il poeta Franco Arminio, di
inginocchiarsi e pregare, anche se non si crede a nessuno.
* le foto sono di Leonbattista Scacchetti
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